Louis Vuitton
Louis Vuitton has decided to celebrate its iconic monogram and invited six designers such as Karl Lagerfeld and Christian Louboutin to create a series of accessories with the logo of French fashion house.
The monogram and its history
In 1854 he founded the Louis Vuitton brand and it was only later thanks to George Vuitton who was born in 1896, the monogram.
In no time the monogram turned into a symbol of modernity and was the beginning of the era Louis Vuitton.
On the death of George the son decided to explicate the meaning of the Vuitton logo:
In many ways it means The Monogram has come full circle: looking at its handcrafted roots once more, its direct connection to a person, its daring and genre defying audacity and, above all, its journey into the future for Louis Vuitton. This is a collection that is both universal and personal, and in the cherished traditions of the house, once again defies expectations. The Monogram signature is a globally recognized, both in the literal sense but in its metaphorical sense as a symbol of the Maison Louis Vuitton. A logo that despite the passage of time has managed to retain the characteristics and symbolic references. Transcending the boundaries between craft, art and design Louis Vuitton has embodied the spirit of innovation collaboration and avantguarde through the history of Monogram.
Of the six designers who have reinterpreted the momgram two are the ones for me are certainly a source of inspiration: Christian Louboutin and Karl Lagerfeld.
Christian Louboutin that before starting to create a marriage between his style and that of Louis Vuitton wanted to create a link between his spirit and that of the French fashion house.
For me, the bag had to be a combination of two DNAs: my own and Louis Vuitton’s. Then I really began to think about what would be a marriage between the two…
With The Monogram design itself there is the inspiration of Les Nabis. The influence of those French artists at the end of the nineteenth and the beginning of the twentieth century was great. In turn Les Nabis themselves were influenced and inspired by Japanese art. What I thought I would have to carry on my side was the very French, very Parisian influence. I was born and raised in Paris, so I thought about something that would be unmistakably Parisian for me, and this is when the idea of the caddy came about. The bag is totally attached to the sight of somebody shopping in the markets of Paris – I once tried to count the numbers of caddies I met in two hours at a Parisian market: 109!
Then I started to think about the layering of these codes – both Louis Vuitton’s and mine. The idea of lacquer occurred to me here, especially in connection with Les Nabis and the influence of Japan in their work. It was the marriage of colours and the marriage of influences; on Vuitton’s side the influence of Les Nabis on The Monogram and their debt to Japan; on my side, being very French but also looking at something very Japanese and coming from my trademark – the red sole – the idea of red lacquer. Of course, I had to have the red touch!
Discover more regarding Louis Vuitton here: Louis Vuitton “Cabinet d’écriture”
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Louis Vitton compie gli anni
Il monogram e la sua storia
Nel 1854 Louis Vuitton fondò il marchio e fu solo in seguito, grazie a George Vuitton nel 1896 che nacque il monogram.
In pochissimo tempo il monogram si trasformò in un simbolo di modernità e fu l’inizio dell’era Louis Vuitton.
Alla morte di George il figlio decise di esplicare il significato del logo Vuitton: ”
“Innanzitutto, le iniziali dell’azienda, LV, seppur intrecciate, rimangono perfettamente leggibili. A ciò si aggiunge il diamante. Dai lati rigorosamente concavi, dettaglio che conferisce alla forma un carattere distintivo, e con al centro l’inconfondibile fiore dai quattro petali. Da qui, il fiore viene replicato in un’immagine positiva e, infine, si aggiunge il cerchio, contenente al suo interno un fiore con quattro petali dai contorni arrotondati.”
Il Monogram è una firma riconosciuta globalmente, tanto in senso letterario quanto nella sua accezione metaforica, come simbolo della Maison Louis Vuitton. Un logo che nonostante il passare del tempo, ha saputo conservare caratteristiche e rinvii simbolici. Superando i confini tra artigianato, arte e design, Louis Vuitton ha incarnato lo spirito di innovazione, collaborazione e avantguarde attraverso la storia del Monogram.
Dei sei stilisti che hanno reinterpretato il momgram due sono quelli che per me sono senz’altro fonte d’ispirazione: Christian Louboutin e Karl Lagerfeld.
Christian Louboutin che prima di cominciare a creare un connubio tra il suo stile e quello di Louis Vuitton ha voluto creare un legame tra il suo spirito e quello della maison francese.
“Il Monogram ha risentito fortemente dell’impronta dei Nabis, un gruppo di artisti francesi che ebbe un’influenza notevole tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. A loro volta i Nabis trassero ispirazione dall’arte giapponese. Mi sono detto dunque che il mio compito era quello di infondere nel progetto il mio personale retaggio, profondamente radicato nello spirito francese e parigino. Sono nato e cresciuto a Parigi, e la mia scelta si è subito diretta verso qualcosa che potesse incarnare l’essenza della mia città: è nata così l’idea del caddy. La borsa fa subito pensare a qualcuno che fa shopping nei mercati parigini. Una volta mi sono messo a contare i caddy che vedevo in un mercato parigino in due ore: ben 109 !
La fase successiva consisteva nel trovare il modo migliore per sovrapporre questi codici, quello di Louis Vuitton e il mio. È in quel momento che mi è venuta in mente la lacca, che si ricollega ai Nabis e ai richiami dell’arte nipponica. Si è così delineata una commistione di colori e tradizioni: Louis Vuitton portava con sé i Nabis e il loro legame con il Giappone, mentre io, che sono molto francese, ma strizzando un occhio al Giappone ho portato l’idea della lacca rossa, che viene dalla mia firma: la suola rossa. Doveva necessariamente esserci un tocco di rosso!
Nel realizzare la borsa pensavo anche a chi l’avrebbe portata: l’immagine che avevo in mente era l’archetipo della ragazza di Los Angeles, . Queste ragazze, con la loro pelle perfetta, si avventurano raramente per le strade della città, ma, quando sono in giro, si addentrano nel dedalo di bancarelle degli immensi mercati biologici. Immaginavo una ragazza di Brentwood, intenta a fare la spesa, con tanto di caddy in una mano e l’immancabile cellulare nell’altra. Se mi vedo a trascinare un caddy in un mercato di Parigi? Certo, ma solo a condizione che ci sia bel tempo!”
Per maggiori info sul brand francese leggete anche questo articolo: Louis Vuitton “Cabinet d’écriture”
7 thoughts on “Louis Vuitton”
Red Loves <3
Looking too gorgeous.
cool!
Love these! x
Awesome inspo
Xoxo
Very nice
Beautiful pictures
xoxo